4 consigli per affrontare il sovraindebitamento

 

Il sovraindebitamento sta diventando una piaga sociale molto diffusa, oggi più che mai. Da quando infatti la crisi economica non fa salvo nessun settore, molti sono i soggetti che si ritrovano involontariamente e senza rendersene conto pieni di debiti.

 

Come si può affrontare questa difficile situazione? Esistono delle alternative per evitare di annaspare in un mare di oneri e doveri economici dovuti al sovraindebitamento?

In questo articolo/guida cercheremo di aiutarvi a svincolarvi "legalmente" da questo pesante problema, fornendovi tutti i consigli e gli step da intraprendere il prima possibile.

 

 

1) Essere consapevoli della situazione

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Il primo passo per affrontare il sovraindebitamento è assumere la consapevolezza. Bisogna cioè riconoscere di avere un problema che va risolto nel miglior modo possibile. Troppe sono le persone che fingono di non avere debiti, o che ignorano le intimazione dei pagamenti ricevute dai creditori.

È sbagliato fare finta che la posta non sia arrivata, o non rispondere al telefono per paura che qualcuno chiami per esortare al pagamento. Pur essendo questo un atteggiamento comprensibile, non porta da nessuna parte.

La realtà è che c’è un problema, e in quanto tale va riconosciuto. Bisogna fare un’analisi della propria posizione debitoria, per capire a quanto ammonta l’importo in cui rientrare, quanti e quali sono i creditori e quali le priorità di pagamento. Farlo non sarà facile, eppure la consapevolezza è un primo tassello per costruire la soluzione.

Così facendo la mente risulta essere già maggiormente predisposta a trovare una soluzione piuttosto che rassegnarsi all’idea di non avere scampo.

 

2) Chiedere aiuto e condividere il problema

Il problema di solito per chi vive il sovraindebitamento è chiudersi in sé stessi e non condividere con nessuno la grave situazione in cui si versa. L’atteggiamento di non ammissione e di segretezza scatta allorquando il moroso si auto incolpa di aver accumulato i debiti, e sente di aver fallito nei suoi progetti.

In particolare per chi ha una famiglia, il sentimento diventa ancora più doloroso, perché si avverte quella sensazione di tradimento nei riguardi del partner, dei figli. Cala l’autostima, cala la voglia di passare tempo con loro. Anche questo rappresenta un atteggiamento sbagliato.

Non c’è nulla di meglio che affrontare il sovraindebitamento condividendo il problema con qualcuno, spiegando al tuo interlocutore il momento di difficoltà economica che stai vivendo.  Il tutto considerando che nel tuo stesso stato ci finiscono molte più persone di quanto credi.

Nel parlare di quanto accaduto, e nel rapportarsi con un altro soggetto, verrà automatico sentire meno grave il peso della situazione. In fondo la differenza la fa sempre il tuo atteggiamento, che deve essere lucido e di propensione alla risoluzione stessa del problema.

Rapportarti con un’altra persona può essere spunto di riflessione, acquisizione di consigli e di atteggiamenti risolutivi al tuoproblema.

 

 

3) Risolvere il problema del sovraindebitamento rivolgendosi a dei professionisti

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Fino ad ora abbiamo visto come affrontare il sovraindebitamento  dal punto di vista morale/psicologico. Dal punto di vista giuridico invece, il primo passo da compiere è  quello di rivolgersi ad un professionista o ad un'agenzia specializzata. Tra le migliori in circolazione citiamo ad esempio pianodebiti.it.

Sappi che questo è un passo necessario, dal momento che un professionista del debito ha tutti gli strumenti giusti e la rete di contatti (legali, agenti immobiliari ecc.) per offrirti una via concreta attraverso cui uscire da una situazione debitoria. Se è bravo saprà trovare la giusta strategia e personalizzarla sulle esigenze del suo cliente. Dopo aver parlato con un esperto, potrai vedere quale delle procedure (riportate piu avanti) saranno più utili al caso tuo.

Un professionista del settore ti indirizzerà verso una delle procedure previste nella legge n.3/2012, normativa nata proprio per gestire la crisi da sovraindebitamento.

In linea di massima, ognuno degli iter proposti cerca di porsi a vantaggio del creditore senza mettere in difficoltà il debitore che non sa come adempiere ai propri obblighi. Prima del 2012, queste procedure valevano solo per gli imprenditori commerciali con un giro di affari superiore ad una certa soglia, i quali avevano un solo mezzo per uscire dalla rete critica debitoria: il fallimento.

Tutti gli altri soggetti non avevano questa possibilità, per questo grazie alla legge n.3 del 27/01/2012 i legislatori hanno inserito nel nostro ordinamento delle procedure per la composizione della crisi da sovraindebitamento.

Rivolgendoti ad un professionista quindi, i debitori potranno ripianare i propri debiti e di avere così una “seconda chance”.

 

 

Le procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento

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Come anticipato, la legge ha deciso di schierarsi dalla parte di soggetti in difficoltà. Così, per aiutare il soggetto sovraindebitato, sono state inserite nell’ordinamento tre diverse procedure di composizione della crisi da sovraindebitamento: l’accordo con i creditori; il piano del consumatore; la liquidazione dei beni.

 

  • L’accordo con i creditori

Nel caso dell’accordo con i creditori, il debitore fa un’apposita proposta e la presenta ai i creditori, i quali saranno tenuti loro stessi ad approvare la proposta. La domanda si deposita, dopodiché il Giudice fissa l’udienza e l’Organismo di Composizione della Crisi invita i creditori a esprimere il proprio voto. Di solito si considera accettato il piano solo se ha ottenuto il voto favorevole dei creditori per una percentuale di almeno il 60% (dei crediti).

Al termine della votazione sarà l’Organismo di Composizione della Crisi a mandare ai creditori una relazione sui consensi espressi e sul raggiungimento della percentuale. In un secondo momento, viene inviata al Giudice la relazione al cui interno sono riportate tutte le specifiche sulla fattibilità del piano. Il Giudice, verificato il raggiungimento dell’accordo, lo omologa. Il debitore effettua poi i pagamenti in base al contenuto dell'accordo.

 

  • Il piano del consumatore

Il piano del consumatore è invece una proposta che non richiede il beneplacito dei creditori. Si presenta solo nel caso in cui risulta debitore il consumatore.

Stando ai dettami di legge, dicesi in questo caso consumatore la persona fisica che ha assunto obbligazioni con scopi che nulla hanno a che vedere con l'attività imprenditoriale o professionale eventualmente svolta. Questo piano deve altresì essere corredato in primis della documentazione sopra indicata, e poidi una dettagliata relazione dell’Organismo di Composizione della Crisi. All’interno della relazione si indicano tutti i motivi che hanno portatoal sovraindebitamento.

Bisogna poi anche indicare le ragioni dell’incapacità del debitore di adempiere alle obbligazioni; deve inoltre fornire informazioni sull’ipotesi che il debitore abbia compiuto atti in frode ai creditori e se ha fornito una documentazione attendibile e completa.

In talmodo il giudice avrà  tutte le info nelle mani per stabilire s il consumatore è meritevole o meno di accedere alla procedura agevolativa. Il consumatore non merita di essere agevolato qualora dalla documentazione si evinca che ha contratto debiti senza la ragionevole prospettiva di poterli pagare. Il piano può poi non essere approvatose il debitore per sua colpa haprovocato il sovraindebitamento, anche per mezzo di un ricorso al credito non proporzionato alle proprie capacità reddituali.

Il Giudice, verificata l’assenza di atti in frode ai creditori, fissa quindi l’udienza; al termine di quest'ultima, verificata la sussistenza della meritevolezza del debitore, omologa il piano.

 

  • La liquidazione del patrimonio

Grazie a questo iter, valgono le stesse regole poc’anzi descritte con la sola differenza che il debitore deve presentare dinanzi al giudice anche l’inventario di tutti i suoi beni.

Il giudice, andrà ad effettuare i controlli del caso per stabilire se siano stati o meno effettuati atti in frode ai creditori, apre poi la procedura di liquidazione e nomina un liquidatore. È proprio quest’ultimo a redigere l’inventario dei beni e avvisa i creditori dell’inizio procedurale.

Questi, a loro volta, presentano poi al liquidatore le proprie domande di ammissione dei crediti, frattanto che il professionista stesso stili il progetto passivo e lo approvi. Se ci sono contestazioni insuperabili dei creditori, le passa al vaglio analitico del Giudice, a cui spetta invece il compito di formare lo stato passivo.

In un secondo momento poi, il liquidatore elabora un programma di liquidazione dei beni. Sulla base del programma, provvede poi alla vendita all’asta dei beni e paga i creditori.