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Come diventare guida alpina, avviare un'attività e guadagnare

 

Il paesaggio di montagna ha per certi versi un fascino che quello di mare non ha. Spesso viene pertanto considerato come un buon antidoto allo stress, un rifugio dal traffico, il lavoro, la scuola e gli impegni di ogni giorno.

Non solo nel periodo estivo, ma ad ogni occasione, sono sempre di più le persone che cercano “la pace dei sensi” in una buona località di montagna, dove oltre a godersi il relax cercano anche nuovi stimoli per conoscere il paesaggio, il verde e superare i propri limiti. Nascono così le escursioni, il trekking, le passeggiate per i sentieri boschivi.

 

Tutte attività che per quanto affascinanti e rilassanti, vanno fatte con estrema attenzione e con la compagnia di esperti del settore. Esperti che si definiscono più comunemente guide alpine.

 

 

Si tratta di persone che sanno arrampicarsi, conoscono le insidie di montagna ed i sentieri più impervi. La loro preparazione gli consente di scendere lungo canaloni innevati o di attraversare le più complicate vie ferrate. Conoscono la montagna meglio della loro casa, vivendola con il giusto spirito d’avventura, ma anche con attenzione, premura e coscienza.

La guida alpina è oggi una professione vera e propria, molto amata soprattutto dai più giovani. Con la giusta formazione e la quantità di dedizione necessaria, l’attività non solo apparirà redditizia, ma anche molto soddisfacente dal lato umano.

 

Qualche info sulla guida alpina

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Una guida alpina gode della massima esclusività ai fini dell’accompagnamento di turisti su rocce, discese innevate (o ghiacciate). La loro funzione può assurgere anche all’insegnamento dello sci o ad altre attività meno note, tra cui il freeride, ciaspolate, canyoning e le vie ferrate. Almeno questo è quanto stabilisce la Legge numero 6/1989, laddove il termine esclusività fa riferimento all’accompagnamento a pagamento.

Non a caso, il CAI (Club Alpino Italiano) permette uscite di gruppo in cui confluiscono tutti coloro che, dopo aver seguito con successo appositi corsi formativi, possono accompagnare le persone in tutte quelle potenziali situazioni tipiche montane.

Tuttavia chi si affilia al CAI lo fa a scopo gratuito, quindi a mo' di volontariato: trattasi cioè di guide alpine che non guadagnano.

 

Il brevetto

Per diventare guida alpina occorre conseguire il brevetto. Il che comporta la frequentazione di un corso che richiede almeno 95 giorni di formazione, inclusi esami (per la formazione puoi fare riferimento all'associazione Guide Alpine Italiane).

Il corso si segue nell’arco di un anno e mezzo e comporta anche massima attenzione alle attività pratiche su cui concentrare non solo uno spirito motivato, ma anche la giusta dose di preparazione atletica. Il corso si tiene di regola ogni 2 anni e può essere seguito esclusivamente in uno dei 14 collegi delle guide alpine presenti in Italia.

Accanto poi alla figura della guida alpina, in alcune regioni italiane è andata affermandosi quella dell’Accompagnatore di Media Montagna, una specie di guida, ma specializzata solo nell’escursionismo.

Questo vuol dire che la loro attività e l’applicazione della stessa è di gran lunga circoscritta rispetto alle Guide Alpine e si basa di più sull'accompagnare i turisti in qualunque tipologia di ambienti escursionistici dove però non si richiede in alcun modo l’applicazione di tecniche alpinistiche.

 

 

Quali i requisiti professionali?

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Per la formazione abbiamo più o meno chiarito la posizione, ma quello che conta per questa attività sono i requisiti professionali e personali. Una buona guida deve avere una forte propensione a stare in gruppo riuscendo a fare da leader senza però imporsi. Non deve ovviamente mancare la frequentazione, anche sporadica, dell’ambiente montano, per imparare a riconoscere eventuali ostacoli che si possono presentare. L’esperienza sul campo (in particolare per le arrampicate, l’alpinismo su roccia e ogni altra pratica “rischiosa) diventa dunque il fulcro principale per far sì che il gruppo si fidi e soprattutto si senta al sicuro.

Caratterialmente, ci vuole una persona determinata, predisposta alle situazioni difficili e con una buona abilità alla gestione di potenziali problemi. Non basta dunque la mera passione per buttarsi in questa professione che prima di ogni altra cosa è fatta di responsabilità e attenzione.

Per chi decide poi di esercitare questa mansione in autonomia (come libero professionista) c’è anche da dire che non guasterebbe una tendenza all'imprenditorialità, per un approccio consapevole e simbiotico con i potenziali clienti. In tal verso, potrebbe essere un’idea, saper utilizzare i nuovi strumenti di marketing e promozione tra cui quelli virtuali.

 

Guide Alpine: indipendenti o società?

Chi oggi è in possesso del brevetto, sa come fronteggiare situazioni molto difficili. Per cui non manca in certe figure la professionalità e la determinazione, requisiti fondamentali per darsi strada nel settore.

Ma cosa preferire tra il lavoro indipendente e quello presso le società?

Una prima valutazione da fare ai fini della scelta fa riferimento al tempo che si intende dedicare alla professione, e soprattutto se si è disposti alla flessibilità. Se il tempo disponibile è infatti poco, forse sarebbe meglio rivolgersi a qualche società che servendosi della disponibilità di varie figure professionali, può assecondare le esigenze dei singoli.

Non a caso sono molto in voga i gruppi di Guide Alpine che nel corso degli anni sono diventati un vero punto di riferimento per il mondo dell’alpinismo e dell’accompagnamento in montagna.

Viceversa esiste poi anche l’alternativa, a suo modo conveniente, di mettersi in proprio. Ovviamente qualifica a parte, per avere una propria attività bisogna far fronte a tutti quei necessari adempimenti tipici di un’apertura attività professionale (ossia la partita iva, il locale, le tasse ecc).

Sicuramente un’attività propria ha bisogno di dedizione, tempo e costanza. C’è bisogno di avvalersi dell’aiuto di altre guide. Occorre essere attenti, meticolosi, bisogna avere le attrezzature, i kit, e sapersi sponsorizzare per la ricerca della clientela. Se fatta bene si tratta comunque di un’attività molto remunerativa.

 

 

Il potenziale guadagno

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In linea di massima infine, per quel che concerne una guida alpina, bisogna fare riferimento ad una vasta gamma di fattori. Più il professionista lavora e più sicuramente porta a casa soldi, sia il lavoro dipendente che quello indipendente.

Di norma, secondo le statistiche, in un’intera giornata di lavoro il guadagno può superare anche i 300 euro. Una somma che cambia a seconda della stagione, del tipo di richiesta e così via.